La savate è uno sport da combattimento, conosciuta anche con il nome di  BOXE FRANCESE (SAVATE)

Nata nei quartieri più poveri di PARIGI e sviluppatasi tra l’aristocrazia francese durante i primi anni dell’800, è divenuta col tempo anche uno SPORT DA COMATTIMENTO.

Particolarità di tale disciplina è che i savateur indossano apposite SCARPE rigide.

La savate nacque nei port di Marsiglia nella seconda metà del XVIII secolo, grazie al contributo di marinai che facevano ritorno dall’Italia, specialmente da Genova (in francese il termine savate significa infatti ‘ciabatta’, con riferimento alle ciabatte che i marinai francesi e italiani indossavano abitualmente all’epoca della sua nascita). Nella savate è fondamentale possedere un’elevata fluidità, precisione e resistenza. Cresciuta negli ambienti malavitosi marsigliesi, la savate si diffuse soprattutto nell’aristocrazia francese, raffinando le tecniche e donando eleganza al combattimento. Vengono insegnati due tipi di savate: quella classica e quella romantica. La prima impiega solo pochi colpi: i calci sono bassi e non vanno al di sopra del ginocchio, le mani rimangono aperte e lo scopo è soprattutto l’ Autodifesa. La seconda usava gli stessi colpi, ma portandoli a tutti i livelli, basso, medio e alto, e con un puro spirito ludico. Nel 1829 nacque il termine chausson, che identificava appunto la savate romantica e non indicava il combattimento di strada come il termine savate; anzi, individuava una pratica sicuramente più nobile. Invece le tecniche di braccia usate sono le stesse usate del pugilato: diretto, jab, gancio e montante. Proibita dal Fascismo durante la Seconda guerra mondiale, in quanto diffusa tra le brigate partigiane, alla fine della guerra la savate ricominciò a diffondersi grazie a PierreBaruzy, riconosciuto come la persona al quale si deve la sopravvivenza dello stesso savate: unidici volte campione francese, rifonda il Committee National de Boxe Francaise, individuando nuovi standard per la disciplina. L’allenamento nella savate tende a conferire leggerezza, eleganza, resistenza e velocità. I combattenti si distinguono di solito per l’eleganza e l’equilibrio dei movimenti, e per la raffinatezza schermistica; molto considerati sono il pugilato e il continuo fluttuare. È dibattuto, in ambito accademico se i calci del savate fossero d’origine orientale, probabilmente indocinese, vietnamita o cambogiana, o se nascano solo in reazione a una legge francese che assimilava i pugni a armi; tuttavia, quella dell’origine orientale è una teoria accettata da quasi tutte le scuole di savate.

 

A differenza di discipline affini come full contact, kic ecc, dove si combatte a piedi nudi, nella savate si usano scarpe senza tacco con suola e punta rinforzate. I colpi vengono portati con il collo, con la punta del piede e con i talloni. Si può colpire l’avversario ovunque tranne che sulla nuca o nel triangolo genitale, mentre un colpo portato sulla schiena non viene richiamato dall’arbitro ma non comporta nessun punteggio per chi lo sferra. I colpi non hanno tutti lo stesso valore: i calci al viso, e in generale tutti quelli portati con le gambe (tranne quelli bassi), valgono di più di una serie infinita di colpi portati con le braccia.

L’equipaggiamento dei tiratori comprende, oltre che la caratteristica divisa detta Accademica, il caschetto (usato solo in alcune categorie), il paradenti, i guantoni, la conchiglia, i paratibia (anche questi ultimi usati solo in alcune categorie) e le scarpette rinforzate da savate. Nella savate esistono tre tipi di competizione: l’assalto, il precombat e il combattimento di prima serie.

la nostra ASD effettua competizione nel circuito della fight 1, la grande famiglia di OKTAGON